“Cercate, anzitutto, il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33).

Questa è una delle prime frasi evangeliche citate nel “progetto di vita” della Piccola Fraternità di Gesù, una vita di lode sia che si preghi, sia che si lavori. Una vita consegnata alla divina Provvidenza consapevoli che il Padre sa ciò di cui abbiamo bisogno.

La Comunità ha scelto fin dagli inizi di non fare affidamento su un lavoro retribuito. Nessun monaco o monaca ha dunque uno stipendio relativo a un lavoro fuori o dentro il monastero. Ogni provento pecuniario o in natura provengono dalla Provvidenza per mezzo di libere offerte e di ciò che il terreno produce.

Accanto all’assenza di un lavoro non retribuito la Comunità ha scelto fin dall’inizio di non acquistare né vestiario, né beni alimentari; eppure nulla di necessario è mai mancato e quando, non di rado, si riceve in abbondanza, la Comunità ha provveduto a distribuire a sua volta verso quanti erano nel bisogno. Gli ospiti stessi sono introdotti nella generosità della Provvidenza, potendo godere degli alimenti che essa porta alla mensa comune.

Il lavoro manuale riguarda le attività relative alla casa, all’accoglienza degli ospiti, all’orto, alla legna. Tale lavoro è di solito svolto nelle 4 ore mattutine, fino all’ora sesta.

Le ore pomeridiane sono generalmente dedicate allo studio personale, alla preparazione di incontri o a qualche lavoro artigianale (scrittura di icone, produzione di candele da cera di riciclo, ceramica, ecc…).

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