1. Parola della settimana

(XVI Tempo Ordinario- anno B)

Ebbe compassione di loro*
perché erano come pecore che non hanno pastore.


2. Parola della domenica e della festa


3. Parola e commento – lectio continua

Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, 43Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. 44Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. 45Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. 47Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

COMMENTO: il dramma si è consumato; resta il silenzio di chi ha amato e seguito Gesù. E’ il silenzio del sabato santo, anche quello di oggi, giorno che precede la domenica, Pasqua della settimana. è il giorno in cui sperare l’insperato: non solo un uomo che risorge, ma un Dio che si è fatto carne, per portarci al cielo, presso di Lui, nel suo infinito amore. E’ un silenzio carico di attesa, come quello di ciascun vivente giunto al termine dei suoi giorni, con i granai della propria fede carichi nella “Speranza che non delude”, che altro non è che un altro modo di chiamare Gesù Cristo, nostro salvatore, fratello universale, Figlio del Padre. A Lui lode e onore e gloria per sempre!

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